Anno: 2017
La grande foresta. Storia dei boschi dell’Altopiano di Asiago
La Grande Foresta – Storia dei boschi dell’Altopiano di Asiago
Volume edito da Rigoni di Asiago, che continua così una serie di pubblicazioni che hanno come obiettivo la valorizzazione della cultura e del territorio altopianese.
Zovi, profondo conoscitore dei boschi e già Comandante del Corpo Forestale Italiano per il Triveneto, racconta i boschi altopianesi partendo dall’ultima glaciazione di oltre diecimila anni fa, passando per gli ultimi due secoli e soffermandosi sulle devastazioni della prima guerra mondiale. Prosegue con gli anni post-bellici, ricordando che “…si sono messi a dimora dieci milioni di alberi, uno sforzo di ricostruzione forestale unico nella storia d’Italia, forse d’Europa”.
Il testo parla delle fragilità del bosco, raccoglie alcune brevi storie personali di compaesani, tocca argomenti che vanno dagli usi civici ai funghi, dall’esbosco alle distillerie, delineando una chiara e completa situazione dello stato attuale dei boschi di Asiago 7 Comuni.
Il libro è completato e impreziosito da un’appendice di Giustino Mezzalira, responsabile della ricerca agroforestale di Veneto Agricoltura. Un “libro nel libro” dove Mezzalira descrive e propone un’idea in grado di contribuire concretamente allo sviluppo economico del territorio: una visione moderna per l’utilizzo del legname altopianese.
Nel presentare il libro, Andrea Rigoni, A.D. di Rigoni di Asiago, dice: “Questo libro parla con competenza e passione di territorio, di storia e di economia del nostro Altopiano. È dedicato a loro, ai nostri fratelli silenziosi che ci hanno accompagnato nel corso dei secoli, assistendoci, dandoci riparo, riscaldandoci e tanto altro ancora”. E conclude con un auspicio: “Nella speranza che l’utilizzo dei boschi diventi, come un tempo, il motore dello sviluppo economico, godiamoci la loro presenza, essa ci rasserena nella vita di ogni giorno, nutrendo la nostra anima con la loro bellezza”.
Dall’introduzione dell’Autore:
“Sì, è una grande foresta. Estesa per decine di migliaia di ettari e ricca di specie vegetali e animali. Dalle quote più basse in riva all’Astico e al Brenta sale fino al limite estremo consentito agli alberi, in cima al Portule e all’Ortigara.
Cambia i suoi abitanti, dalle forme ad arbusto delle roverelle e dei carpini alle colonne monumentali degli abeti e dei larici per poi accucciarsi di nuovo alle forme striscianti dei mughi.
Cambia ma non si interrompe. È come se un filo collegasse i boschi delle colline a quelli dei monti, un’unica narrazione che intreccia la vita della natura e il lavoro dell’uomo.
Qui, forse più che altrove, la caparbietà dei montanari, il loro amore per il bosco, i sacrifici di generazioni di donne e di uomini hanno ricostruito e preservato una foresta che ora ci accoglie, ci protegge e ci offre molte opportunità di lavoro.
Ne abbiamo raccontato la storia”. Daniele Zovi